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Le modifiche al Codice della Strada prevedono che chiunque disponga di auto aziendali per più 30 giorni debba registrarsi alla Motorizzazione, vediamo perché.

assicurazione auto aziendale

Sappiamo tutti che la polizza Rca è necessaria in caso di sinistro stradale, ma cosa avviene quando ad essere incidentate sono le auto aziendali? I danni alle auto aziendali non sono affatto rari secondo quanto riportato nell’ultimo sondaggio Zurich Connect sulle Pmi italiane ed è per questo che le aziende devono premunirsi al fine di limitare i danni patrimoniali legati ai veicoli su strada. Innanzitutto è bene scegliere la polizza Rca più adeguata: mettendo le assicurazioni auto delle principali compagnie a confronto è possibile individuare rapidamente una valida soluzione.

 

Auto aziendali: nome del conducente

Le modifiche apportate all’articolo 94 comma 4-bis del nuovo Codice della strada (legge n.120/2010) prevedono l’obbligo di registrare presso la Motorizzazione Civile e annotare sulla carta di circolazione il nome di chi, pur non essendo intestatario di un veicolo, ne dispone per un periodo superiore ai 30 giorni. Contestualmente al nome dell’utilizzatore dell’auto aziendale, la normativa prevede che venga comunicato anche il termine del periodo di utilizzo del veicolo stesso.



Per quale ragione si è resa necessaria tale riforma del Codice della strada?

Rispetto al 2013 i danni a trasporti e veicoli aziendali sono triplicati. Il sondaggio internazionale Zurich Connect sulle Pmi ha messo in luce che tali fattori di rischio sembrano essere in cima ai timori degli imprenditori italiani assieme a concorrenza e calo dei prezzi. Nel 2014 il numero delle Pmi italiane che vede nei pericoli su strada il maggiore fattore di rischio aziendale, registra un 7% del totale delle risposte rispetto al 2% nel 2013.

In quest’ottica appare chiaro come collegare l’identità dell’automobilista alla macchina coinvolta è una necessità sempre più stringente, tuttavia non sono solo gli incidenti stradali coperti da Rca a costituire un serio problema per le imprese italiane. Giocano un ruolo di primo piano anche atti vandalici e danni volontari alle auto aziendali destinate ai dipendenti o al trasporto merci. In questa direzione l’ipotesi sarebbe quella di inserire nei contratti assicurativi clausole mirate al fine di tutelare gli interessi del parco auto aziendale.

 

Auto aziendali e negligenza del conducente



La questione dei danni provocati dai dipendenti alle vetture aziendali è spesse volte al centro delle controversie giudiziarie. In merito a queste tematiche e al versamento dei risarcimenti del caso, i tribunali godono di ampia discrezionalità. A disciplinare gli obblighi da parte del lavoratore implicato in un sinistro stradale con auto aziendale interviene l’articolo 321e capoverso 1 CO: il lavoratore è responsabile del danno che provoca intenzionalmente o per negligenza al datore di lavoro.

La legge identifica tre gradi di negligenza con conseguenze giuridiche differenti:

  • negligenza lieve il lavoratore non è considerato responsabile;
  • negligenza media è tenuto a partecipare al risarcimento;
  • negligenza grave deve farsi carico della maggior parte o addirittura dell’integralità del danno.

L’entità del risarcimento è commisurata in primo luogo al grado di negligenza del lavoratore. Tuttavia vengono presi in considerazione anche altri fattori:

  • Rischio professionale, ovvero la probabilità elevata di accadimento di sinistri propria di determinate professioni. Ad un rischio professionale elevato corrisponde una riduzione della responsabilità del lavoratore. In questi casi i conducenti sono costretti a rimborsare integralmente i danni solo in casi eccezionali (ad es. intenzionalità);
  • Attitudini e capacità effettive del lavoratore contribuiscono a definire la responsabilità del lavoratore. Concorso di colpa del datore di lavoro, sussiste un concorso di colpa da parte del datore di lavoro se questi non ha sufficientemente sorvegliato o istruito il lavoratore, ciò riduce la responsabilità del lavoratore.
  • La situazione finanziaria del lavoratore e del datore di lavoro è un fattore preso in considerazione dai tribunali. Di norma, un’ottima situazione finanziaria del datore di lavoro o una situazione d’indigenza incombente sul lavoratore portano a una riduzione dell’entità del risarcimento.
  • La retribuzione del lavoratore che risulta spesso determinante nella quantificazione del risarcimento: i collaboratori ben retribuiti sono di norma chiamati a un risarcimento maggiore.