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Lo smart working offre la possibilità di svolgere il proprio lavoro in modo flessibile. In attesa del varo del disegno di legge all’esame del Senato, soprattutto nelle grandi realtà si trovano le prime applicazioni dello smart working (o lavoro agile). In Italia ha fatto da apripista Unicredit, creando spazi comuni per lo smart working, offrendo flessibilità ai dipendenti ottenendo vantaggi in termini di prestazioni e di costi.

Smart working o lavoro agile

 

Cos’è lo Smart Working

Lo Smart Working è una forma di organizzazione del lavoro che consente lo svolgimento dell’attività lavorativa in orari non definiti rigidamente ed anche al di fuori della sede aziendale. Esso offre la possbilità di variare il luogo ed il tempo di svolgimento della prestazione senza influenzare il ruolo del dipendente nell’organizzazione aziendale che resta vincolato al potere direttivo e disciplinare dell’Azienda.



Lavoro agile e Telelavoro

Occorre premettere che lo smart working non rappresenterà una nuova forma di contratto di lavoro subordinato ma un nuovo modo di svolgere la propria attività di lavoro subordinato. L’accesso allo smart working è già possibile sulla base di accordi individuali a livello aziendale o anche in forma collettiva con intese sindacali.

Il lavoro agile è differente anche dal telelavoro in quanto in questo caso il datore di lavoro deve fornire al dipendente una postazione di lavoro fissa per lo svolgimento delle proprie mansioni.

 

Vantaggi dello smart working

Il lavoro agile è invocato da più parti come strumento innovativo in grado di produrre vantaggi sia per l’azienda che per i lavoratori. Volendo provare ad elencare i vantaggi dello smart working possiamo elencare:

  • Possibilità di meglio coniugare vita e lavoro ottimizzando i tempi;
  • Possibilità per l’azienda di ridurre i costi dovuti alla presenza fissa del dipendente in azienda (si pensi a soluzioni Byod – con i rischi connessi);
  • Possibilità di riduzione di costi di trasferte e benefit.

Oltre schematizzare i vantaggi è interessante analizzare alcune applicazioni concrete dello smart working in grandi realtà aziendali:

  • L’Oreal ha fornito a migliaia di dipendenti smartphone e computer offrendo anche 2 giorni al mese di lavoro esterno.
  • Siemens ha ridotto del 30% gli spazi di lavoro lanciando il lavoro agile e senza scrivanie assegnate per 1.700 persone.
  • Leroy Merlin, dove pure la timbratura è ancora obbligatoria, ognuno gestisce in autonomia il suo orario in una fascia tra le 7 e le 21 e su cinque o sei giorni della settimana.
  • La Barilla ha invece stipulato un contratto integrativo  per disciplinare lo smart working.

 

Come accedere allo smart working

Come indicato in premessa per accedere allo smart working è possibile stipulare un accordo individuale con i parametri circa la flessibilità del dipendente. Proviamo ad elencare una serie di punti:

  • giorni in ufficio/giorni in smart working;
  • reperibilità telefonica;
  • Aree geografiche di riferimento per lo svolgimento della prestazione;
  • Rientro definitivo in sede;
  • Gestione dei documenti di servizio;
  • Flessibilità in caso di malfunzionamenti dei sistemi di lavoro remoto con impegni di rientro in sede per evitare tempi morti;
  • Periodo transitorio di analisi con analisi del rendimento;
  • Quantificazione del lavoro ordinario (ed eventuale straordinario).

 

Smart working: cosa serve



Finora abbiamo elencato vantaggi e potenzialità del lavoro agile, ma restano da definire una serie di  difficoltà da superare che non sono facilmente negoziabili tra le parti e che rendono necessario un intervento legislativo. In particolare è opportuno un intervento anche per regolarizzare le posizioni con gli enti terzi (INPS ed INAIL in particolare).

Il Disegno di legge prevede, infatti, la forma scritta per il contratto con clausole di smart working ai fini di provare l’esistenza del rapporto e garantire la regolarità amministrativa dello stesso

Anche ai fini assicurativi è necessario stabilire regole certe per garantire ai lavoratori copertura INAIL soprattutto in merito agli infortuni in itinere ed alle diverse modalità di svolgimento del lavoro in ambienti diversi. Questo stesso discorso vale per la sicurezza sul lavoro: la legge dovrà intervenire sulle condizioni minime che dovranno essere garantite in una informativa specifica per questi lavori flessibili.

Anche in materia di riservatezza e privacy si aprono molti scenari in ambito di smart working: in capo al dipendente si spostano una serie di adempimenti volti ad evitare la diffusione di dati aziendali sensibili o riservati soprattutto qualora si operi con propri strumenti informatici.