Un alleato nella lotta all’evasione fiscale e alle frodi IVA: queste sono le speranze riposte nella fatturazione elettronica, che dal prossimo anno troverà nuovi ambiti di applicazione grazie alle disposizioni previste nel DDL della legge di bilancio 2018, che estendono gli ambiti di applicazione di questo strumento.
Novità da luglio per fatturazione elettronica
Come noto, già dal prossimo primo luglio partirà la fase sperimentale dell’esteso obbligo di fatturazione elettronica tra privati, che inizialmente sarà limitato a una serie di operazioni come cessioni carburanti per motori e per le prestazioni di subappaltatori nel quadro di un contratto di appalti pubblici. Successivamente, è prevista un’estensione degli ambiti dal primo gennaio 2019, che dovrebbe essere la data ufficiale dell’avvio dell’obbligo allargato a tutte le operazioni tra soggetti privati, che in modo generale viene descritto come B2B.
Estensione delle eFatture
A spingere verso questa soluzione sono state varie considerazioni, come quelle citate in precedenza, ma soprattutto le valutazioni circa i risultati che la fattura elettronica ha ottenuto nell’ambito della Pubblica Amministrazione: è dal 2014 infatti che nel nostro Paese è stato introdotto questo vincolo, che impone che tutte le fatture emesse per attività verso la PA possano essere gestite solamente in formato elettronico.
Numeri importanti per le fatture elettroniche
In questi tre anni e mezzo, circa il 30 per cento delle aziende italiane ha iniziato a fare uso in modo quotidiano di questi strumenti, facendo registrare all’operazione risultati forse addirittura inattesi, soprattutto per portata (basti pensare che la media europea si ferma al 18 per cento di imprese). Merito dei vantaggi dei nuovi strumenti elettronici, come il pacchetto proposto da Danea con il suo programma per fatture Easyfatt, che riducono tempi e incombenze per gli operatori e semplificano tutte le attività del proprio business.
Interesse delle imprese
Anche la Direzione Centrale Tecnologie e Innovazione dell’Agenzia delle Entrate conferma il successo della sperimentazione delle efatture: soltanto nei primi mesi del 2017 la media di documenti digitali gestiti dall’Ente è stata superiore ai 2,5 milioni di fatture al mese, con un tasso di scarto (ovvero i file che non hanno passato i controlli o contengono errori di qualche tipo) che è passato dal 18 per cento segnato nel 2014 all’attuale 3 per cento di questo 2017.
Presupposti considerevoli
Se a tutto questo aggiungiamo che una stima dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica del Politecnico di Milano valuta in un risparmio di 17 euro a fattura il risparmio che è possibile ottenere dal passaggio al digitale (con una previsione potenziale che parla di un risparmio annuo complessivo superiore al miliardo di euro), si comprende come i numeri siano dalla parte della trasformazione innovativa. Insomma, è anche leggendo questi dati e questi presupposti che legislatore italiano ha lavorato per stimolare l’introduzione della fatturazione elettronica anche tra privati, in ambito B2B.
Ripensare i processi
Secondo quanto anticipato, questa operazione seguirà le modalità di funzionamento finora messe a punto, e quindi il cuore dell’operazione resta il Sistema di Interscambio, che sarà confermato come centro di recapito per tutte le fatture elettroniche, sia verso quelle emesse verso la Pubblica Amministrazione che quelle invece di riferimento tra privati. Di sicuro, questa trasformazione non sarà immediata e tutti gli “attori” coinvolti necessiteranno di tempo per adeguare i processi gestionali e organizzativi ai nuovi standard, ma la speranza è che i vantaggi siano sin da subito percepibili anche da imprese e professionisti.