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La tutela della sicurezza e della salute dei dipendenti gioca un ruolo chiave in qualsiasi ambiente lavorativo. Infatti, oltre a eventuali infortuni determinati da rischi strettamente connessi alla professione esercitata, sul lavoro è altrettanto possibile che si verifichino eventi cardiovascolari seri.

È quindi fondamentale essere aggiornati sui protocolli salvavita da adottare in queste specifiche circostanze: per esempio, nel caso di arresto cardiaco provocato da tachicardia ventricolare senza polso o fibrillazione ventricolare è determinante agire tempestivamente effettuando correttamente valutazioni e interventi di primo soccorso con il defibrillatore.

Defibrillatore per gli ambienti di lavoro: l’incidenza sulla sopravvivenza

Un defibrillatore è un dispositivo che, in presenza di un arresto cardiaco, eroga al cuore una scarica elettrica (fonte: “cos’è il defibrillatore” a cura del blog di lyrecointersafe.it).

Anche noto con l’acronimo DAE, se adoperato entro i primi minuti dall’emergenza, può accrescere le probabilità di sopravvivenza, limitando anche i danni neurologici spesso connessi a questo genere di eventi.

Nello specifico, si calcola che, qualora la defibrillazione avvenga nel giro di 3 o 4 minuti dal verificarsi dell’evento, la percentuale di sopravvivenza oscilla tra il 60 e il 70%, mentre una risposta meno tempestiva all’emergenza può contribuire a ridurre le probabilità di successo, con una diminuzione del 10% per ogni minuto di inattività.

Di conseguenza, le probabilità di ripresa del paziente aumentano man mano che si riducono i tempi di intervento. Inoltre, un trattamento tempestivo incide anche sulle tempistiche e le possibilità di recupero, minimizzando le probabilità che possano manifestarsi disabilità di tipo permanente.

Perché è importante installare un defibrillatore in azienda

Le percentuali di successo di una manovra di rianimazione tempestiva mettono in evidenza l’importanza di poter disporre di un DAE anche sui luoghi di lavoro. Tuttavia la legge vigente non obbliga le aziende private a dotarsi di un defibrillatore, che rientra quindi nell’ottica di una libera scelta in tema di sicurezza e prevenzione.

Ciononostante, disporre di un sistema di primo soccorso aziendale ricade in quegli aspetti organizzativi fondamentali per tutelare la salute dei lavoratori. La presenza di un defibrillatore, infatti, oltre a essere cruciale in alcune particolari attività professionali, come per esempio quelle che presentino un ampio numero di dipendenti o elevati fattori di rischio, potrebbe contribuire a preservare anche la salute di eventuali avventori, soprattutto nelle aziende aperte al pubblico.

La presenza di defibrillatori semiautomatici esterni, la categoria di dispositivi più diffusi nel nostro Paese, rende inoltre il trattamento applicabile anche da un operatore non esperto: questi DAE analizzano automaticamente lo stato del paziente e, nel caso in cui rilevino anomalie nel ritmo, segnalano al soccorritore di azionare il tasto di shock.

Oggi, infatti, diversamente a ciò che accadeva fino a pochi anni fa, in ottemperanza all’articolo 54 del Codice penale si applica lo “Stato di necessità”, in caso di sospetto arresto cardiaco, anche gli individui sprovvisti di un’adeguata formazione sono autorizzati a praticare manovre salvavita attraverso l’uso di un defibrillatore.

Naturalmente, affinché l’intervento sia quanto più possibile immediato, si consiglia di porre il defibrillatore in una posizione centrale facilmente raggiungibile, in modo che, al verificarsi di un arresto cardiaco, si possa dare il via alle manovre di rianimazione entro pochi minuti dal primo segnale di emergenza.