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Il welfare aziendale è uno strumento che permette ai datori di lavoro di intervenire sulla motivazione dei dipendenti, incrementando la loro produttività. Infatti, è risaputo che migliore è il clima di lavoro, maggiore è la possibilità di ottenere risultati ottimali dai collaboratori. La crescita di un business, difatti, non può prescindere dall’investimento in risorse umane. È importante fidelizzare il dipendente all’azienda anche attraverso premi di produzione aziendali nel caso in cui siano raggiunti determinati obiettivi in termini di produttività. Bisogna però capire la tassazione dei premi di risultato, per evitare che si gravi sulle imposte e tasse aziendali. Il welfare aziendale, infatti, è un fenomeno interessante per le aziende anche da un punto di vista della tassazione agevolata. In poche parole, grazie ad esso è possibile ottenere dei vantaggi fiscali, convertendo i premi di produttività in fringe benefit, i quali sono esenti da tassazione.

 

I possibili vantaggi fiscali derivanti dal welfare aziendale



Come già detto, investire in un piano di welfare aziendale è un vantaggio per l’impresa, che in questo modo migliora l’ambiente e il clima di lavoro. Tuttavia, è fondamentale riuscire a trovare soluzioni di welfare esenti da tasse, così da ottenere anche vantaggi dal punto di vista fiscale, il che è un aspetto non di poca importanza per qualsiasi realtà aziendale. Infatti, i beni e servizi offerti sotto forma di benefit non sono soggetti a tassazione IRPEF a differenza dei premi di produttività, quindi per il dipendente sono delle entrate nette. Per l’impresa, invece, i costi sostenuti in merito, sono deducibili dall’imponibile del reddito di impresa. Tuttavia, le imprese devono rispettare alcune regole, affinché le agevolazioni possano essere applicate: i beni e servizi offerti devono essere previsti per tutti i dipendenti oppure una categoria omogenea di collaboratori. Lo scopo è quello di garantire negli ambienti di lavoro un trattamento dei lavoratori che sia il più possibile omogeneo ed evitare, conseguentemente, possibili sperequazioni tra di essi.

In particolare, se è il contratto collettivo nazionale a prevedere i benefit, la deducibilità è del 100%. Infine, è necessario specificare che non è prevista la tassazione fringe benefit se i dipendenti hanno un reddito inferiore agli 80.000 euro. Per quanto riguarda le soglie, l’esenzione fiscale dei premi di risultato è pari a 258, 23 euro per il 2022 secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità. Infine, tra i vantaggi fiscali, è possibile citare, inoltre, la tassazione buoni pasto che prevede delle agevolazioni fiscali.

 

Quali sono i benefit più apprezzati?



Tra i fringe benefits più apprezzati dai dipendenti vi sono i buoni acquisto ed i buoni pasto, perché permettono a ciascun beneficiario di scegliere liberamente dove spendere, in base alle proprie esigenze e preferenze, ottenendo un immediato aumento del potere di acquisto.

In questo senso, i buoni pasto si rivelano particolarmente utili anche per tutte le aziende che non possiedono una mensa aziendale, offrendo così ai propri dipendenti la possibilità di spendere i buoni presso gli enti convenzionati, come ristoranti e bar. Ma non solo, questi possono anche essere utilizzati per fare la spesa presso i supermercati convenzionati e, nel caso dei buoni acquisto, è possibile convertirli in buoni carburante. Tuttavia, al fine di individuare i fringe benefits più idonei per i propri dipendenti, ma anche per l’azienda stessa dal punto di vista della tassazione, è consigliabile sempre affidarsi a leader del settore, come ad esempio Sodexo Benefits and Rewards Services che offre innumerevoli soluzioni personalizzabili finalizzate a un miglior welfare aziendale.