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recupero creditiSpesso le aziende tendono a posticipare la decisione di rivolgersi ad un avvocato per intraprendere un’attività di recupero crediti. Si ritiene che le spese legali, nel caso in cui il recupero abbia esito negativo, andranno ad aggiungersi al mancato incasso, creando un danno ulteriore all’azienda.

Si preferisce concedere dell’altro tempo al debitore, credendo che – una volta uscito dal periodo di difficoltà – terrà fede alle sue promesse e pagherà quanto dovuto.

Secondo l’Avvocato Massimo Mascali, titolare di uno studio legale con una lunga esperienza nel recupero crediti a Bergamo, ci sono ottime ragioni, in particolare per gli imprenditori e le società, per avvivare una procedura di recupero crediti ai primi segni di insolvenza.

 

L’effettiva possibilità di recuperare il credito

« La prima ragione – spiega l’Avvocato Mascali – è l’effettiva possibilità di recuperare il credito.
Sembra scontato ma se non ci si muove il credito non viene recuperato. Aspettare ed avere pazienza porta come risultato più probabile quello di intervenire troppo tardi, quando ormai il debitore è fallito o versa in uno stato di assoluta decozione.



Per nostra esperienza invece sappiamo i creditori che più spesso vengono pagati sono quelli che si sono mossi per primi. Il debitore infatti, alle prime difficoltà, per evitare di subire provvedimenti esecutivi paga i creditori che si sono muniti di titolo esecutivo, tenendo a bada gli altri con promesse e scuse. »

 

Dedurre le perdite sui crediti

L’Avvocato Mascali spiega inoltre che sussistono anche ragioni di natura fiscale che rendono spesso i vantaggi del tentativo di recupero – anche nel caso in cui questo non vada a buon fine – superiori ai costi dell’attività.

« Stiamo parlando innanzitutto della possibilità di dedurre le perdite sui crediti, che consente di avere un risparmio fiscale anche piuttosto elevato.

Le perdite su crediti, la cui inesigibilità si è già manifestata, sono deducibili se la perdita risulta da elementi certi e precisi (ad esempio un decreto ingiuntivo negativo) ed in ogni caso, se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dell’articolo 182-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267.

Faccio un esempio per far capire meglio l’entità del risparmio fiscale.

Nel caso di un imprenditore individuale con credito da recuperare di 2.500 euro, che abbia un reddito annuo di 85.000 euro, il risparmio fiscale potrà essere pari ad euro 1.125,00 (45% di 2.500,00). Una cifra considerevole! »

 

Il recupero dell’IVA non riscossa



Un’altra ragione per non indugiare ad ingaggiare un avvocato che si occupi del recupero dei crediti commerciali è la possibilità di recuperare l’iva non riscossa.

« Anche in questo caso – spiega l’avvocato Mascali – aver tentato il recupero del credito è un requisito indispensabile perché possa essere emessa nota di variazione di Iva. La Legge di Stabilità del 2016 ha infatti modificato l’art. 26 del DPR 633/1972, consentendo di detrarre l’iva relativa al credito per cui si è proceduto solo “a causa di procedure esecutive individuali rimaste infruttuose”.

Si tratta di un vantaggio notevole, soprattutto su importi consistenti, dove il risparmio derivante dal recupero dell’iva supererà sicuramente le spese legali. »